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venerdì 27 luglio 2012

Il diritto processuale

La competenza problema principale é il regime di rilevazione e risoluzione della questione di incompetenza. Criteri attributivi della competenza: materia valore, territorio (fori generali art18 e 19). in senso verticale sono inderogabili in quanto rispondono a esigenze pubblicistiche. Al giudice di pace sono affidate le controversie che sul piano di valore e materia assumono rilievo inferiore rispetto al togato; la ripartizione orizzontale é derogabile salvo artt.28ss. Si privilegia in linea di principio posizione del convenuto. Occorre chiedersi cosa succede in caso di dubbio su competenza del giudice adito. Eccezione di incompetenza prevista dall'art38 é lo strumento utilizzabile e si manifesta in modo diverso a seconda del rilievo. Puo far valere il convenuto nella comparsa di risposta tempestivamente depositata. Se si costituisce direttamente in udienza o dopo scadenza del termine di 20 giorni non si puo sollevare l'eccezione di incompetenza. Sollevabile per qualunque materia ma se territoriale bisogna indicare il giudice che si ritiene competente. Utile quando il criterio é derogabile. L'attore se si tratta di competenza territoriale derogabile puo aderire all'indicazione del convenuto e attraverso accordo endoprocessuale di deroga puo accordarsi con esso per la trasmigrazione della causa secondo indicazione del convenuto. Translatio iudicii con conservazione effetti della domanda. L'incompetenza può essere rilevata anche dal giudice stesso ma solo nei casi di inderogabilità nella prima udienza di trattazione. Pure in difetto di rilevazione di parte può essere fatta valere per criteri di materia valore e territorio inderogabili. Se l'incompetenza non é eccepita o rilevata la competenza si radica e non puo essere più rilevato alcun difetto in merito. Eccepita o rilevata non vuol dire che il giudice sia incompetente necessaria una pronuncia. Attraverso provvedimento che se é solo su competenza avviene con ordinanza attraverso rimessione per la sola competenza. Altrimenti il giudice puo istruire la causa e riservare la decisione all'esito dell'intero giudizio decidendo su competenza e merito attraverso sentenza. Risolta la questione in un senso o nell'altro la parte contestata puo utilizzare il regolamento di competenza necessario o facoltativo. Il necessario é l'unico rimedio su ordinanze solo su competenza. Necessario in quanto se vuole impugnare quello é il rimedio. Si estende a tutti i provvedimenti su temi affini a competenza come anche sospensione del processo art295. “rispetto all'ordinanza di sospensione necessaria c'é il regolamento necessario, ma se il giudice nega la sospensione necessaria. Contro tale provvedimento é esperibile il regolamento necessari odi competenza?” No altrimenti si ottiene ciò che il giudice ha negato. Competenza decisa insieme al merito con sentenza; a questo punto il regolamento concorre con i mezzi di impugnazione ordinaria ed é detto facoltativo. Facoltativo significa che l'impugnazione può essere indirizzata sia su statuizioni su merito che competenza. Se si vuole impugnare solo competenza: regolamento che diventa necesario. Se anche merito o solo il merito lo strumento a disposizione é lo strumento di impugnazione ordinaria. Quale dei due ha la priorità? Il regolamento di competenza in quanto prima si valuta la competenza e poi il merito. L'art.43 regola il concorso tra mezzi dicendo che se é proposto prima il regolamento si sospendono i termini per l'impugnazione ordinaria; viceversa se é proposta prima impugnazione ordinaria si può proporre regolamento che sospende impugnazione. Se il regolamento é prescritto dalla legge non si può proporre ricorso per cassazione mentre se non é necessario é proponibile anche il ricorso per cassazione. Art360n2. Il difetto di giurisdizione regime di rilevazione art37. In questo caso il regolamento di giurisdizione che può valere fino alla pronuncia sul merito. Tende non ad impugnare. La prima norma di riferimento rimane l'art.37 che enuncia due casi tassativi in cui é possibile il regolamento. Caso di conflitto con pubblica amministrazione, …. . la 218 anche conflitto con giudice estero. In ogni stato e grado del processo é rilevabile. Corte cassazione 24883 2008 ha limitato l'ambito applicativo dell'articolo. Nel diritto vivente non si può ritenere che sia effettivamente rilevabile in ogni stato e grado. Se c'è pronuncia sul merito c'è anche pronuncia sulla giurisdizione e quindi il giudice ha radicato la propria giurisdizione. La conseguenza é che si forma il giudicato salvo che la sentenza non sia impugnata in quanto é solo implicita la pronuncia sulla giurisdizione. La parte che vuole sollevare la giurisdizione deve impugnare e contestare sollevando la questione di giurisdizione. Questo significa ancora che il difetto di giurisdizione non può essere rilevato in ogni stato e grado. Per tutto il primo grado finché non c'è stata sentenza di merito e in appello con impugnazione della sentenza. Altrimenti si forma il giudicato e non può più essere sollevato il difetto secondo la posizione della corte di cassazione. É possibile comunque proporre il regolamento previsto dall'art41 che é proponibile dalla parte. L'articolo dice che ciascuna parte può proporre il regolamento di giurisdizione fino a che la causa non sia decisa in merito in promo grado; anche di questo caso viene data pronuncia restrittiva per cui ogni pronuncia in sede di merito preclude. Richiedibile da ciascuna parte in quanto se é eccepito ex art37 o d'ufficio la questione é risolta con pronuncia da parte del giudice. Se sorge la questione e viene sollevata eccezione o rilevata d'ufficio il giudice si pronuncia. Il giudice in questo caso si pronuncia con sentenza anche sul merito o solo su giurisdizione. Tale sentenza é impugnabile? Si con i mezzi ordinari di impugnazione. Il problema che vi siano 3 gradi solo sulla giurisdizione non si pone circa la competenza. Il regolamento di giurisdizione é strumento alternativo che serve a deferire la decisione alla corte di cassazione in quanto le sezioni unite statuiscano subito circa la questione e in modo da evitare i possibili tre gradi dovuti ai mezzi ordinari impugnazione. La terza ipotesi é prevista dalla 218 1995 dove si dice che se il convenuto non eccepisce nella comparsa la giurisdizione rimane quella italiana. Se il convenuto é contumace é rilevabile d'ufficio anche nel caso di azione reale su beni immobili o quando la giurisdizione italiana é esclusa da convenzioni internazionali. La connessione esprime un legame tra più cause di tipo oggettivo o soggettivo. Il nostro ordinamento tende a stimolare la trattazione congiunta anche in deroga a regole di competenza dei giudici secondo artt.31ss. L'art.40 chiude il sistema stabilendo se sia possibile riunione successiva. Per quanto riguarda la pregiudizialità dipendenza la norma di riferimento é l'art.34. In senso lato per pregiudizialità si può intendere qualsiasi questione di rito o di merito pregiudiziale su decisione da assumere. L'art.34 non fa riferimento a nozione ampia di pregiudizialità ma si riferisce a pregiudizialità di merito che ha luogo quando uno dei fatti costitutivi della domanda fatta valere sia a sua volta l'esistenza di un diritto o status. Ex: tizio chiede condanna per alimentare su cui é pregiudiziale accertamento dello status. Danni per infiltrazione é pregiudiziale sapere se Caio é proprietario. Questa pregiudizialità in senso tecnico pone il problema. Se il diritto o status non é contestato il giudice non deve accertare ma se é contestata l'esistenza come si pone il giudice? Questo pone il problema dei limiti oggettivi del giudicato. L'art.34 offre indirettamente una risposta dicendo che il giudice in caso di contestazione su diritto o stato pregiudiziale ne dispone incidenter tantum, solo in via incidentale, senza efficacia di giudicato salvo che la legge o una delle parti pretendano anche sulla questione pregiudiziale una decisione con efficacia di giudicato. La regola quindi é che in caso di prestazioni alimentari legate ad esistenza di status non si ha efficacia di giudicato su decisione di status; la decisione copre solo per l'azione dipendente. Le questioni pregiudiziali aventi oggetto diritto o o status non sono coperte dal giudicato a meno che una delle parti non lo chieda o la legge non lo imponga. pregiudizialità in senso logico si ha invece nei rapporti tra un rapporto giuridico sottostante e i singoli effetti che da quel rapporto possono scaturire. L'ipotesi é questione di esistenza o meno del rapporto di lavoro e tutte le domande conseguenti che ne possano derivare. Qui c'è un rapporto di pregiudizialità ma ciò che é pregiudiziale é qui l'esistenza o meno di un rapporto giuridico fondante una serie di pretese. Il dubbio che la dottrina si pone é se la pregiudizialità logica rientri nell'ambito applicativo dell'art.34 e quindi ricada sotto la disciplina della pregiudizialità tecnica portando il rischio di una contraddizione tra giudicati. Si ritiene per la maggior parte della dottrina che la pregiudizialità logica non sia assimilabile alla tecnica e dunque il giudicato copre anche l'esistenza o inesistenza del rapporto sottostante. Il litisconsorzio implica la presenza di pi udi due parti che può avvenire in via iniziale con il litisconsorzio necessario o facoltativo o anche in via successiva attraverso intervento o chiamata. La differenza tra il litisconsorzio necessario e facoltativo; Il litisconsorzio necessario é dato da impossibilità di una pronuncia sul merito se non in presenza di una pluralità di fatti data da un unico rapporto controverso in cui vi sono più soggetti. La dottrina individua classificazioni in cui é necessario per legge come nel caso di disconoscimento di paternità. Non potendosi decidere se non in presenza di più parti il giudice é tenuto a integrare il giudizio se non sono presenti tutti i soggetti. Il giudice si interroga nella prima udienza di trattazione e se riscontra la mancanza di un soggetto, invita la parte più diligente a citare il terzo in un termine stabilito. Nel caso in cui non vi sia la citazione il processo si estingue salvo la partecipazione volontaria del terzo. Se il terzo non si costituisce il rapporto é comunque integro in quanto gli sia correttamente notificato l'atto di citazione come per un normale convenuto. Se il giudice non rileva e le parti non eccepiscano il vizio é rilevabile in ogni stato e grado. Se viene rese una sentenza con contraddittorio non integro la sentenza é impugnabile e la dottrina si divide tra sentenza inutiliter data e chi ritiene che la sentenza dispiega gli effetti tra le parti ma non può essere opposta al terzo che può comunque agire ex art404. La causa può proseguire in appello e se rileva il contraddittorio non integro egli la rimette al primo grado affinché il litisconsorte necessario pretermesso possa svolgere il primo grado di giudizio. Il litisconsorzio facoltativo ha come presupposto una connessione oggettiva propria o impropria. Si tratta di ipotesi diverse: connessione per identità di questioni o per oggetto e titolo. La differenza rispetto al necessario risiede nel fatto che in questo si ha un unico rapporto soggettivo. Qui la pluralità di cause é dato da più liti tra più soggetti che possono essere discusse insieme. Art.103 1comma connessione propria(per titolo oggetto) o impropria(identità di questioni). La connessione oggettiva é propria in quanto può consentire il processo litisconsortile anche in deroga alla competenza secondo art.33, derogando dunque al foro generale delle persone fisiche o giuridiche in favore di altro foro generale. La connessione é propria in quanto idonea a determinare variazione competenza secondo la regola generale; la connessione impropria é invece tale in quanto non rientra nelle ipotesi dell'art.33 e quindi se le cause sono di competenza di giudici diversi la trattazione congiunta non é possibile. Dunque é necessario che le cause siano tutte di competenza dello stesso giudice. La decisione non é per forza unica in quanto é possibile la separazione per istanza concorde di tutte le parti o quando il giudice ritenga che la trattazione congiunta renda più gravoso il procedimento. Il litisconsorzio processuale é una figura coniata dalla dottrina che si ha quando l'ambito soggettivo della lite si allarga. Questo litisconsorzio soggettivo diventa necessario per quanto la causa non nasca litisconsortile. Dunque la causa deve conservare in date cause il litisconsorzio e la pronuncia é possibile solo rispetto a tutti i soggetti che hanno poi preso parte. L'intervento può essere volontario quando il terzo ha interesse a partecipare alla causa per un diritto connesso oggettivamente a quello dedotto in giudizio, nei confronti di alcune o di tutte le parti. Si può far valere un diritto nei confronti di alcune(adesivo autonomo) o di tutte le parti(principale). É adesiva autonoma in caso ad esempio di co-legittimazione o contitolarità di un titolare che determina un diritto anche ad agire in autonomo giudizio. Nel 2 comma si agisce per un interesse che dipende da quella di una delle due parti in causa, quindi si aderisce a una delle due parti in causa senza far valere un proprio diritto, come nel caso di un sub-conduttore rispetto a un rapporto di locazione. Il regime processuale prevede che si può intervenire fino all'udienza di precisazioni delle conclusioni e, secondo i più, dal momento in cui é pendente la lite ossia dalla notificazione dell'atto di citazione o di deposito del ricorso. Colui che interviene accetta lo stato in cui si trova la causa per le preclusioni eventualmente maturate. La giurisprudenza é rigorosa per quanto non sembra possibile che un terzo possa intervenire senza possa effettivamente difendersi in giudizio. Il litisconsorte necessario pretermesso può intervenire per sanare il vizio e va integrato ridandogli la possibilità di difesa. L'intervento coatto o provocato per art.106 può essere a istanza del giudice o di parte. Nella chiamata a istanza di parte la parte chiama attraverso la chiamata da parte del convenuto o dell'attore. Il convenuto si limita a dichiarare e lo chiama. L'attore può chiamare un terzo in causa solo in base alla domanda riconvenzionale o le eccezioni proposte dal convenuto. L'attore deve dunque chiedere autorizzazione al giudice che accoglierà o diniegherà. Come si costituisce il soggetto, attraverso comparsa contenuta in fascicolo. Per quanto riguarda la chiamata jussu judicis essa va comunque fatta dalla parte su ordine del giudice. Nel caso di questo intervento l'intervento é del terzo a partecipare per spendere le proprie difese. La garanzia propria é data dal fatto che un soggetto vuole essere garantito da altri rispetto alle conseguenze negative della causa fondato sulla legge o da un contratto. La garanzia impropria si ha quando si pretende di essere sollevati in virtù di un'interferenza tra rapporti che determini tale possibilità di sollevamento come nel caso di vendita a catena. Ai fini del codice, secondo art.32, si fa riferimento alla garanzia propria per quanto parte della dottrina critichi tale limite che esclude la garanzia impropria. La nullità degli atti processuali ha un regime autonomo dato dagli artt.156-162c.p.c. Un atto é nullo secondo il principio di tassatività delle nullità, dunque solo se é la legge a determinare la nullità per vizi formali; il secondo vizio é il principio della strumentalità per cui a prescindere dalla mancanza di forme l'atto é valido se idoneo al raggiungimento dello scopo e invalido se inidoneo al raggiungimento del proprio scopo. Per l'ipotesi di vizi extra formali (inammissibilità, improcedibilità) c'è un dibattito in dottrina che accoglie quasi generalmente la prima ipotesi e ha dubbi sulla seconda. L'atto nullo se non succede nulla continua a produrre effetti. La nullità va dunque sollevata, di regola dalla parte interessata, salvo che diversamente previsto dalla legge. La nullità va eccepita nella prima istanza o difesa successiva al compimento dell'atto nullo altrimenti il vizio é sanato e l'atto é valido ex tunc. Le ipotesi di nullità rilevabile anche d'ufficio per tutto il grado del giudizio. In caso di nullità assoluta non rilevata essa può essere sollevata attraverso i mezzi di impugnazione con gravame nei confronti della sentenza e se non impugnata la sentenza e per impugnazione diversa la nullità non può pipiù essere fatta valere e il rilievo della nullità é perso in quanto dato solo dal singolo grado. Un solo vizio sfugge a questo regime ed é quello di inesistenza dato dalla mancata sottoscrizione del giudice, art.161,2comma. Tale vizio può essere fatto valere anche fuori dal processo in autonomo giudizio fondato sulla sentenza. L'art158 fa riferimento a ipotesi di nullità assoluta, solo quella prevista dalla legge. L'art.158 prevede due ipotesi: la nullità é insanabile salvo disposto dell'art161; questa é una contraddizione che determina una lettura cosi data: é una nullità assoluta sanabile attraverso mezzi di impugnazione da ultimo. L'art160 é norma di collocazione dubbia e andrebbe secondo alcuni collocata in seguito agli artt.137ss.

Il diritto processuale


Cognizione piena in primo grado la fase di trattazione é la fase in cui si raccolgono le attività per svolgere la causa matura per la decisione. All'interno della fase di trattazione vi é anche una fase preparatoria che era prima fisicamente distaccata. La fase preparatoria comincia dall'art183 con la verifica della validità dell'atto di citazione e della notificazione e quindi che il processo sia stato instaurato senza vizi iniziali. Se entrambe le parti si sono costituite il giudice non guarda la regolarità di notificazione e citazione ma guarda il termine di costituzione di entrambi. Il termine perentorio per la costituzione con il deposito del fascicolo, il cui difetto determina la contumacia, l'attore entro 10 giorni e il convenuto entro 20 giorni prima l'udienza. Se nessuno dei due si costituisce nei termini il giudice cancella la causa dal ruolo, secondo il principio dispositivo del processo. Se nessuna delle parti si costituiscono la causa non c'è, se sono costituite tardivamente c'è la sanzione. Se il convenuto é assente non fa niente, se l'attore non c'è il convenuto che ha interesse decide per il proseguimento altrimenti rinvia ad altra udienza e se non si ripresenta il giudice dispone la cancellazione. Se una delle parti e in particolare il convenuto non si é costituita il giudice verifica la contumacia o dispone la rinnovazione dell'atto di citazione, ex tunc o ex nunc. Se l'attore non si costituisce il convenuto chiede la prosecuzione del processo si continua con contumacia dell'attore, altrimenti si dispone la cancellazione della causa dal ruolo. Se tutto é instaurato in modo regolare si passa alla definizione del thema decidendum, dato dalla domanda dell'attore, dalla domanda riconvenzionale eventuale, le eccezioni, le contro eccezioni o l'intervento o chiamata del terzo. Dunque il giudice pronuncia su tutte le domande ed eccezioni. nell'udienza o nell'appendice scritta si maturano le barriere preclusive relative al tema decidendum e probandum. Nel corso dell'udienza l'attore può proporre eccezioni e domande nuove rese necessarie dalle difese del convenuto che ha eventualmente proposto eccezioni o domande riconvenzionali. Questa é una facoltà del solo attore. Per la chiamata del terzo l'attore dev'essere autorizzato dal giudice. Entrambe le parti in corso d'udienza o entro il primo termine devono precisare le domande ed eccezioni già proposte. La precisazione e delimitazione é l'emendatio libellum: per precisare ed estendere il petitum, separandosi dalla mutatio. Nei diritti autodeterminati la causa petendi non precisa il diritto in quanto esso é uno uguale per tutti e in capo ad un dato soggetto in un momento storico esiste una sola volta. La causa petendi non é essenziale ai fini dell'individuazione del diritto della domanda, quindi se cambiamo il titolo non cambia il diritto. Basta sapere il soggetto, l'oggetto e la norma del codice. Per questi diritti l'emendatio é più ampia in quanto si può cambiare il titolo senza scadere nella mutatio. Nei diritti eterodeterminati il titolo concorre a determinate l'oggetto il soggetto e quindi l'emendatio é più ristretta. Cambiando il fatto cambia il diritto e quindi si cade nella mutatio che é impedita. Nel secondo termine dell'appendice scritta le parti replicano alle affermazioni fatte dalla seconda parte, contestando ciò' che dice l'altra parte. Poiché con quella replica si chiude il thema decidendum, entro il secondo termine le parti devono formulare tutte le richieste istruttorie. Chiuso il thema decidendum si va al thema probandum. In alcuni processi non é necessaria l'attività probatoria: quando non ci sono prove costituende attraverso un'attività documentale. Dunque il giudice rinvia nell'udienza finale per la precisazione delle conclusioni. Quando la controversia verte su questioni di solo diritto non é necessaria la fase istruttoria, quando le parti concordano sui fatti. Dunque i mezzi di prova servono a convincere il giudice sul fatto, se le parti sono concordi il giudice prendere per buona la ricostruzione e decide le norme giuridiche da applicare. Se le parti non sono d'accordo e il fato non é notorio il giudice non può dar credito diverso alle parole delle parti e dunque decide come si sono svolti i fatti. Per fatti pacifici o notori si passa dall'udienza del 183 si passa direttamente all'udienza di precisazione delle conclusioni. Nei casi normali all'udienza del 183 si chiede il terzo termine per la replica delle richieste istruttorie. Il giudice fissa l'udienza secondo il 184 attraverso ordinanza per l'assunzione dei mezzi di prova. A questo punto il giudice fa il calendario del processo per organizzare la fase istruttoria sempre con la stessa ordinanza. L'ordinanza é comunicata alle parti costituite che sapranno le date e gli incombenti. Dopo si arriva alla precisazione delle conclusioni. Dunque i l giudice fissa l'udienza per l'assunzione delle prove e poi per la precisazione delle conclusioni, pur mantenendo la modificabilità delle date. L'udienza di assunzione di mezzi di prova può essere più d'una e il più delle volte cosi accade. Esaurita la fase di trattazione e istruzione in senso stretto si passa alla precisazione delle conclusione, dove le parti e il giudice si salutano prima della decisione. Si tratta di un riepilogo con il punto della situazione riportandosi alle conclusioni già formulate. Quello che si può fare é rinunciare eventualmente a qualche cosa. Alla fine si ha scambio di comparse conclusionali e delle memorie di replica. Nelle comparse conclusionali c'è la difesa della parte ribadita salvo ciò che si lascia di parte con una rinuncia che dev'essere esplicita. Si tratta di un riassunto sostanzioso del processo. La replica ha la funzione di contraddire quanto detto nelle comparse. La sentenza andrebbe fatta in 60 giorni. L'alternativa é la discussione orale che é fatta a richiesta delle parti all'ultima udienza va distinta da collegio a giudice monocratico. Se la decisione é collegiale la discussione orale si aggiunge allo scambio di memorie, in caso di decisione da parte del tribunale monocratico essa é alternativa ad essa. Qui il giudice da il termine per lo scambio delle comparse e sostituisce le memorie di replica con un'udienza di discussione, che é dunque alternativa(al contrario di quanto accade nel collegio). Nell'art281sexies si ha la discussione orale ordinata dal giudice in quanto la causa é matura per la decisione e il giudice decide di discutere li per li. A richiesta di parte si differisce la discussione ad altra udienza. In questo caso l'iniziativa é dunque del giudice solo monocratico, la discussione é delle parti, non c'è scambio di memoria scritta. All'esito della discussione il giudice pronuncia la decisione. Dunque il giudice ha spesso già deciso e la discussione é solo di contorno e precisazione. Questo può accadere dopo la precisazione delle conclusioni o nella stessa udienza di assunzione dei mezzi di prova, salvo sempre la possibilità di differimento. La trattazione é mista quando é richiesta dalle parti e c'è sia l'attività scritta che orale. Art186bis,tris,quater ordinanze anticipatorie di condanna sono tre ordinanze decisorie, anomale rispetto alla disciplina delle ordinanze. Queste ordinanze sono diverse per il contenuto. Questo non toglie che esse siano revocabili, in quanto ordinanze. dunque la sentenza finale può togliere gli effetti. Il 186bis ricalca e migliora il 423 per il rito del lavoro. Due parti litigano sul pagamento di somme ma litigano solo su parte della somma, mentre l'altra parte non é contestata. Qui in via provvisoria il giudice con l'ordinanza, provvedimento duttile, condanna la parte su cui il condannato non ha sollevato eccezione. La parte che richiede e intimata devono essere entrambe costituite. Il 423 non lo specificava e quindi si era posto il problema se la contumacia fosse equiparabile. Siccome essa non é configurabile come ficta confessio il legislatore ha qui risolto il problema stabilendo che le parti siano costituite. L'ordinanza é titolo esecutivo ed é revocabile. In ogni caso presuppongono l'istanza di parte, non possono essere proposte d'ufficio. Il dies a quo: può essere chiesta dal momento di costituzione fino all'udienza di precisazione delle conclusioni. Il provvedimento ingiuntivo é un procedimento a cognizione sommaria per il quale si può ottenere in via unilaterale un provvedimento per pagare o consegnare. Per farlo il 633 del procedimento ingiuntivo prevede dei presupposti. Se il debitore no si oppone si ha un titolo subito esecutivo. Art186ter fino al momento di precisazione delle conclusioni, se rispettati i presupposti del 633 e 634, se esiste un credito supportato da prova scritta, la parte può chiedere ingiunzione di pagamento o consegna. Problema: sono in un processo per far valere un credito, c'è una prova scritta agli atti e il credito ha ad oggetto un quantità determinata. Chiedo al giudice che ingiunga all'altra parte di consegnarmi o pagarmi. Il giudice accoglie se si ha prova scritta. É provvisoriamente esecutiva se c'è la particolare natura del credito o quando l'opposizione non é fondata su prova scritta. Anche se non provvisoriamente esecutivo vi é comunque la condanna che ha un valore etico e determina l'inizio della mora, del pagamento interessi, frutti, passaggio del rischio e altri effetti sostanziali che gravano sull'ingiunto da questo momento. Per la contumacia dell'ingiunto si stabilisce che l'ordinanza può essere fatta ma va notificata personalmente. L'ordinanza é più simile al decreto ingiuntivo, dunque si notifica personalmente e se non si costituisce nel processo l'ordinanza diventa esecutiva. Se il processo si estingue a seguito di una delle due ordinanze queste restano in piedi. Art186quater l'oggetto é il pagamento di somme o rilascio di beni. La posso ottenere se é già assolto l'onere della prova e l'istruzione é chiusa. É necessaria l'istanza di parte. Dies a quo: dopo chiusura fase di istruzione e prima della precisazione delle conclusioni, piccolo spazio. Si fa un'istanza con cui si chiede ordinanza. Il giudice la concede nei limiti in cui ritiene raggiunta la prova. La particolarità é che se non é contestata l'ordinanza essa acquista valore definitivo per il processo. cioè salvo che la controparte entro 30 giorni non chieda che si pronunci sentenza. Chi ha fatto l'istanza può ritrovarsi con un provvedimento finale che riconosce solo parte di quanto richiesto. Quando il convenuto tace e quindi accetta l'ordinanza acquista efficacia di sentenza impugnabile su oggetto dell'istanza e non dell'ordinanza. Si può impugnare l'ordinanza come una sentenza per la parte non ottenuta con l'istanza e si perde quanto chiesto nell'atto di citazione ma non nell'istanza. Se il convenuto vuole arrivare a sentenza é opponibile come rinuncia quanto non dedotto nell'istanza? Sospensione interruzione estinzione la sospensione é concordata o necessaria. La prima é prevista per istanza congiunta delle parti dopo 4 mesi. La difficoltà collegata alla sospensione necessaria é data dalla pregiudiziale prevista dall'articolo. Un rapporto di pregiudizialità comporta che il giudice non può risolvere la causa dipendente se prima non é risolta la causa pregiudiziale. L'art.295 dice che se il rapporto di pregiudizialità é con una causa in processo diverso quello della causa dipendente deve sospendere in attesa del giudizio sulla prima, egli poi verrà a conoscenza e dovrà decidere la causa dipendente. Estinzione, le cause sono la rinuncia agli atti e inattività delle parti. L'estinzione é sanzione dell'ordinamento all'inerzia. Quando le parti non compiono le attività che la legge processuale prevede l'ordinamento dispone la cancellazione della causa dal ruolo. Dopo di che si ha la riassunzione se le parti lo vogliono entro un termine di 3 mesi. In alcuni casi l'atto non compiuto é ritenuto cosi prave che il termine di 3 mesi é abolito e alla parte o alle parti non é dato il lasso di tempo per far ripartire il processo, quindi la riassunzione. Il caso tipico é quello del litisconsorzio necessario in cui il giudice ordina l'integrazione e le parti non integrano. Si ah in questo caso estinzione immediata. L'appello sarebbe inammissibile e non improcedibile. Querela di falso e verificazione della scrittura privata sono procedimenti in via incidentali o principale su documenti utilizzabili dalle parti come mezzo di prova. Con la querela di falso si vuole levare la pubblica fede all'atto pubblico. Con la verificazione si vuole attribuire attestazione di veridicità alla scrittura privata che l'autore ha negato. La querela di falso serve a accertare la falsità dell'estrinseco dell'atto pubblico. Per estrinseco si intende la provenienza dell'atto dal pubblico ufficiale che l'ha formato e delle dichiarazioni che egli attesta si siano svolte davanti a lui cosi come le attività.

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Le impugnazioni legittimato ad impugnare é il soggetto che é stato parte nel processo di primo grado salvo casi eccezionali, come per l'intervento del pubblico ministero o l'opposizione di terzo. L'altro presupposto é quello dell'interesse dato dalla soccombenza, salvo soccombenza teorica: solo su una singola questione, pregiudiziale di rito o preliminare di merito, vittoriosa in relazione al risultato giuridico che intendeva perseguire col processo. Qrt333 334, il presupposto che si considera fondante per la possibilità di proporre impugnazione incidentale é dato dalla reciprocità della soccombenza. L'impugnazione incidentale é quella che viene dopo la principale, proposta da chi impugna per primo. Se c'è un'impugnazione incidentale vuol dire che chi impugna in modo incidentale é secondo e deve soddisfare requisiti della legittimazione e interesse. Sull'interesse possono sorgere questioni problematiche. É necessario che le impugnazioni siano proposte nel medesimo procedimento. Per impugnare é necessario un atto di impulso entro un determinato termine, 30 giorni o 60 per appello e cassazione dalla notificazione, 6 mesi dalla pubblicazione. Tali termini sono mobili per impugnazioni straordinari. Nel caso di revocazione straordinaria o opposizione straordinaria di terzo il termine parte dal conoscenza del fatto da parte del terzo. L'impugnazione incidentale é proposta dal destinatario dell'impugnazione principale, egli deve essere legittimato e avere interesse. Per avere interesse deve essere soccombente. Essa si propone con l'atto difensivo diverso a seconda del rito. Per l'ipotesi dell'appello secondo il rito ordinario nella comparsa di risposta tempestivamente depositata almeno 20 giorni prima dell'udienza di comparizione. Se il termine per impugnare vale per l'impugnante principale, esso é dato anche per l'impugnante incidentale che più difficilmente farà in tempo a depositare la sua comparsa entro i 30 giorni, 60 giorni dalla notificazione. Per questo motivo egli può proporla anche una volta decorso il termine legale previsto. Con l'impugnazione incidentale la parte intende dolersi della sentenza, quindi in essa egli é soccombente. Ma in ogni caso egli può avere motivo per non impugnare per primo. Egli potrebbe anche aver dato esecuzione o aver fatto acquiescenza espressa o tacita. In ogni caso se egli riceve impugnazione principale egli riacquista la possibilità di impugnare anch'egli la sentenza. Questo permette l'impugnazione incidentale tardiva, sempre nell'atto difensivo previsto dalle forme processuali che si applicano al giudizio. La ratio si coglie nel dare opportunità effettiva di impugnazione a prescindere da termini. Le limitazioni sono dal punto di vista soggettivo o oggettivo. Quelle dal punto di vista soggettivo prevedono che possono impugnare quanti sono nella sentenza o anche i soggetti chiamati ad integrare il contraddittorio. Se si ha sentenza che ha deciso tra pluralità di parti(più di due) e si ha un soggetto escluso dall'impugnazione, il giudice si accorge che la causa era inscindibile e dispone che siano chiamati i litisconsorti necessari pretermessi, le altre parti nei cui confronti non é proposta impugnazione. Il giudice dispone l'integrazione a pena di inammissibilità. A questo punto il destinatario può a sua volta proporre impugnazione incidentale tardiva, salvo che nell'ipotesi in cui il giudizio d'appello sia sulla base di sentenza che ha deciso su più cause tra loro scindibili. In quest'ipotesi il giudice non ordina a pena di inammissibilità ma, secondo l'art332, prevede che le parti possano estendere come mera litis denuntiatio o possono non impugnare aspettando che spiri il termine. Se estendono l'impugnazione, le parti che la ricevono non possono proporre la tardiva ma possono solo difendersi costituendosi in giudizio. Se la notificazione ordinata dal giudice non avviene si ha sospensione del processo fino al decorrere dei termini previsti. Il destinatario della litis denuntiatio, essendo il processo scindibile, può impugnare nei confronti del soggetto autonomo. Nozione di dipendenza secondo l'art.331: secondo alcuni non si riferisce alla pregiudizialità, ma alla nozione atecnica di alternatività o incompatibilità. Alla fine si fa rientrare nell'art331 sia la pregiudizialità in senso tecnico che logico. Cause inscindibili e dipendenti: vi é stato litisconsorzio necessario nelle sue varie forme(per alcuni anche il processuale). Per dipendenza si intende garanzie o pregiudizialità. Ciò che non cade in questa definizione cade tra le cause scindibile: nel processo di primo grado vi é stato un cumulo di domande non connesse per pregiudizialità dipendenza. Ciò avviene ad esempio per connessione oggettiva impropria art,103,2 comma che porta il cumulo soggettivo. Il legislatore nell'art332 si riferiva al caso di un vincolo non forte, che porta la possibilità di decidere non insieme le cause. Sentenza che ha deciso sulle altre cause non impugnate passa in giudicato, come previsto già nel primo grado con la separazione. L'art336 é frutto di un'evoluzione normativa che parte dalla novella del 50. il primo comma pone meno questioni problematiche e riguarda l'effetto espansivo interno della sentenza. La riforma o cassazione parziale della sentenza ha effetto anche sulle parti dipendenti della sentenza. Questo va coordinato con la disciplina dell'acquiescenza, art.329, che dice che l'impugnazione parziale porta acquiescenza alle parti della sentenza non impugnata. In realtà dal combinato disposto risulta che questa norma riguarda solo parti della sentenza non dipendenti, altrimenti si avrebbe contrasto tra le due norme. Il 336,2comma dice che la riforma o cassazione estendei suoi effetti a provvedimenti e atti dipendenti dalla sentenza riformata o cassata. Questo secondo comma ha subito modificazioni nel tempo. Nel 1950 fu previsto che riforma o cassazione estendessero i propri effetti solo rispetto ai provvedimenti e solo col passaggio in giudicato. L'effetto espansivo esterno si produceva solo col passaggio in giudicato. Nel 1990 si é previsto l'immediata efficacia esecutiva delle sentenze di condanna con l'art.282. Tutte le sentenze di condanna sono immediatamente esecutive dalla loro pubblicazione. Il legislatore é intervenuto anche sul 336 eliminando il riferimento al passaggio in giudicato. Quali sono gli atti e provvedimenti dipendenti? Gli atti possono essere quelli esecutivi posti in essere sulla base di una sentenza. Questo fa pensare che esso si riferisca alla riforma e cassazione di sentenze non definitive su domanda e non su questione. La sentenza non definitiva può decidere una questione (prescrizione, giurisdizione, ecc) oppure può essere sentenza di merito(sentenze parziali, provvisionale, condanna generica, ecc). Che succede se tali sentenze vengono impugnate? Si tratta di sentenze non definitive e il processo non é ancora chiuso. É possibile che una volta impugnata la sentenza non definitiva la riforma o cassazione produca effetti su atti posti in essere sulla base della sentenza non definitiva. Se si ha la riforma o cassazione gli effetti si producono sugli atti posti in essere. Questo vale anche per i provvedimenti: se viene emessa sentenza non definitiva e poi impugnata con mutamento della decisione, determina anche nei confronti dei provvedimenti ad essa dipendenti degli effetti. Gli effetti della riforma o cassazione si producono non dal passaggio in giudicato dalla sentenza che riforma o cassa ma immediatamente. Art129bis disp.att. Fa riferimento al caso in cui la sentenza d'appello di riforma giunga quando ancora non si é chiuso il giudizio pendente davanti il giudice di primo grado. In questo caso si ha sospensione del processo in attesa che la cassazione dica l'ultima parola sulla sentenza non definitiva emessa. La seconda ipotesi più problematica é quella in cui la sentenza d'appello che riforma la sentenza non definitiva giunga quando la sentenza di primo grado é già arrivata. In questo caso se la cassazione cassa la sentenza d'appello si ha la reviviscenza della sentenza non definitiva di primo grado. Il soccombente solo virtuale acquista con la perdita del passaggio in giudicato, dovuta all'impugnazione principale, il diritto all'impugnazione in via incidentale. Nell'appello le domande e eccezioni vanno riproposte, altrimenti si intendono rinunciate. Tra art346 e art333 e art334 si pone un problema di definizione di confini. Le letture che si danno tendono a limitare l'applicazione del 346 portandolo a un riferimento sicuro ad eccezioni e domande che si intendono assorbite, sulle quali il giudice non si é pronunciato in quanto ritenute appunto assorbite dalla decisione resa nel merito. Inoltre esso si riferisce solo alle ipotesi in cui chi intende riproporre fosse un soccombente in senso virtuale, nell'ipotesi in cui egli non aveva interesse ad impugnare. Questa disciplina vale per l'appello ma non per il ricorso per cassazione. In quanto nell'ambito di quest'ultimo tanto si ha sindacato su tali parti solo con ricorso incidentali. Ricorso incidentale condizionato, si ritiene condizionato all'accoglimento del ricorso principale. Quando il ricorso incidentale ha ad oggetto pregiudiziali o preliminari é condizionato de iure. Nuove prove in appello se in primo grado si formulano richieste di ammissibilità di prove si ha una cristallizzazione nella sentenza che porta possibilità di doglianza e quindi di impugnazione. Non si tratta dunque di nuove prove in appello, il cui giudice può decidere l'assunzione della prova rifiutata in primo grado. La revocazione é ordinaria o straordinaria, proponibile solo per motivi esposti nell'art395. Si propone allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento. Sono impugnabili sia le sentenze in appello che in unico grado. Le sentenze emesse in primo grado portano all'impugnabilità con l'appello per i motivi previsti dalla revocabilità ordinaria, ossia i vizi già riscontrabili dalla sentenza. Se si hanno vizi per cui si dispone revocabilità straordinaria lo strumento non sarà l'appello se é già decorso il termine per l'appello ma con revocazione. Se i vizi vengono a esistenza mentre tendono i termini per impugnazione con appello il termine é prorogato di 30 giorni dall'avvenimento del fatto stesso per la proponibilità dell'appello. Se il termine per proporre l'appello é spirato é possibile solo revocazione straordinaria. La revocazione é un mezzo a critica vincolata, proponibile solo per determinati motivi. É possibile che una sentenza d'appello porti vizi che legittimano il ricorso per cassazione e che legittimano la proposizione della revocazione, in quanto si tratta di vizi diversi. In questo caso la sentenza é impugnabile con due strumenti: l'art398 dice che se si propone revocazione la proposizione non sospende il termine per proporre ricorso per cassazione e di regola, se il ricorso per cassazione pende, la proposizione di revocazione non sospende il procedimento di ricorso. É possibile la coesistenza dei due mezzi ognuno davanti il rispettivo giudice. Il problema é che si possono proporre conseguenze tra le due proposizioni. Il secondo periodo del 398,4comma da al giudice del merito il potere di sospendere o il termine per proporre ricorso per cassazione o il procedimento per cassazione fino a che non sia decisa la revocazione. Principi: l'ammissibilità del concorso dei mezzi; se proposti entrambi la parte può chiedere al giudice della revocazione di sospendere il termine per proporre ricorso per cassazione o,se già proposto, il procedimento di ricorso per cassazione, salvo che manifestamente infondata. L'art360 é stato modificato nel 2006 che ha ristretto i motivi per ricorso avverso sentenza che abbia deciso solo su questioni senza definire neanche parzialmente il merito. Si vuole evitare che tali sentenze non definitive siano proposte immediatamente con ricorso per cassazione. Esse sono impugnabili normalmente con la sentenza definitiva. Non sono impugnabili per cassazione da sole immediatamente, potranno esserlo solo insieme alla sentenza che decide tutta la controversia senza bisogno di fare riserva, che vale solo per il giudizio d'appello. Appello con ricorso di motivi nel processo del lavoro la sentenza costituisce titolo esecutivo già con il solo dispositivo. La fase decisoria del processo del lavoro si svolge di regola in forma semplificata con la stesura della sentenza e nelle cause di particolare importanze c'è la possibilità di differire il deposito delle motivazioni. La sentenza di condanna del datore di lavoro é provvisoriamente esecutiva, anche per il solo dispositivo. Se si avvia il solo dispositivo il datore può proporre l'appello con riserva di motivi per sospendere l'esecuzione. Egli deposita la memoria integrativa entro 30 giorni dal deposito delle motivazioni del procedimento di primo grado. La disciplina del filtro in cassazione é stata introdotta nel 2009 con il 360bis, per cui i provvedimenti che entrano in cassazione subiscono un filtro di inammissibilità. Il fine é quello di limitare i procedimenti che possano arrivare al giudizio di cassazione. La stessa ne ha dato una interpretazione estensiva, prevedendolo anche per i provvedimenti di competenza e giurisdizione e estendendolo anche a ipotesi di improcedibilità oltre che di improcedibilità. Art.337,2comma Per cause connesse per le quali non si ha simultaneus processus. La sentenza può riguardare un rapporto pregiudiziale o dipendente per cui non ci sia stata connessione. É possibile che una delle due cause arrivi a sentenza: in questo caso alcune delle parti della causa dipendente invochino l'autorità della sentenza dipendente resa in altro processo. Se la sentenza é impugnata, il giudice dell'altra causa può sospendere il processo.