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venerdì 27 luglio 2012

Il diritto processuale


Le impugnazioni legittimato ad impugnare é il soggetto che é stato parte nel processo di primo grado salvo casi eccezionali, come per l'intervento del pubblico ministero o l'opposizione di terzo. L'altro presupposto é quello dell'interesse dato dalla soccombenza, salvo soccombenza teorica: solo su una singola questione, pregiudiziale di rito o preliminare di merito, vittoriosa in relazione al risultato giuridico che intendeva perseguire col processo. Qrt333 334, il presupposto che si considera fondante per la possibilità di proporre impugnazione incidentale é dato dalla reciprocità della soccombenza. L'impugnazione incidentale é quella che viene dopo la principale, proposta da chi impugna per primo. Se c'è un'impugnazione incidentale vuol dire che chi impugna in modo incidentale é secondo e deve soddisfare requisiti della legittimazione e interesse. Sull'interesse possono sorgere questioni problematiche. É necessario che le impugnazioni siano proposte nel medesimo procedimento. Per impugnare é necessario un atto di impulso entro un determinato termine, 30 giorni o 60 per appello e cassazione dalla notificazione, 6 mesi dalla pubblicazione. Tali termini sono mobili per impugnazioni straordinari. Nel caso di revocazione straordinaria o opposizione straordinaria di terzo il termine parte dal conoscenza del fatto da parte del terzo. L'impugnazione incidentale é proposta dal destinatario dell'impugnazione principale, egli deve essere legittimato e avere interesse. Per avere interesse deve essere soccombente. Essa si propone con l'atto difensivo diverso a seconda del rito. Per l'ipotesi dell'appello secondo il rito ordinario nella comparsa di risposta tempestivamente depositata almeno 20 giorni prima dell'udienza di comparizione. Se il termine per impugnare vale per l'impugnante principale, esso é dato anche per l'impugnante incidentale che più difficilmente farà in tempo a depositare la sua comparsa entro i 30 giorni, 60 giorni dalla notificazione. Per questo motivo egli può proporla anche una volta decorso il termine legale previsto. Con l'impugnazione incidentale la parte intende dolersi della sentenza, quindi in essa egli é soccombente. Ma in ogni caso egli può avere motivo per non impugnare per primo. Egli potrebbe anche aver dato esecuzione o aver fatto acquiescenza espressa o tacita. In ogni caso se egli riceve impugnazione principale egli riacquista la possibilità di impugnare anch'egli la sentenza. Questo permette l'impugnazione incidentale tardiva, sempre nell'atto difensivo previsto dalle forme processuali che si applicano al giudizio. La ratio si coglie nel dare opportunità effettiva di impugnazione a prescindere da termini. Le limitazioni sono dal punto di vista soggettivo o oggettivo. Quelle dal punto di vista soggettivo prevedono che possono impugnare quanti sono nella sentenza o anche i soggetti chiamati ad integrare il contraddittorio. Se si ha sentenza che ha deciso tra pluralità di parti(più di due) e si ha un soggetto escluso dall'impugnazione, il giudice si accorge che la causa era inscindibile e dispone che siano chiamati i litisconsorti necessari pretermessi, le altre parti nei cui confronti non é proposta impugnazione. Il giudice dispone l'integrazione a pena di inammissibilità. A questo punto il destinatario può a sua volta proporre impugnazione incidentale tardiva, salvo che nell'ipotesi in cui il giudizio d'appello sia sulla base di sentenza che ha deciso su più cause tra loro scindibili. In quest'ipotesi il giudice non ordina a pena di inammissibilità ma, secondo l'art332, prevede che le parti possano estendere come mera litis denuntiatio o possono non impugnare aspettando che spiri il termine. Se estendono l'impugnazione, le parti che la ricevono non possono proporre la tardiva ma possono solo difendersi costituendosi in giudizio. Se la notificazione ordinata dal giudice non avviene si ha sospensione del processo fino al decorrere dei termini previsti. Il destinatario della litis denuntiatio, essendo il processo scindibile, può impugnare nei confronti del soggetto autonomo. Nozione di dipendenza secondo l'art.331: secondo alcuni non si riferisce alla pregiudizialità, ma alla nozione atecnica di alternatività o incompatibilità. Alla fine si fa rientrare nell'art331 sia la pregiudizialità in senso tecnico che logico. Cause inscindibili e dipendenti: vi é stato litisconsorzio necessario nelle sue varie forme(per alcuni anche il processuale). Per dipendenza si intende garanzie o pregiudizialità. Ciò che non cade in questa definizione cade tra le cause scindibile: nel processo di primo grado vi é stato un cumulo di domande non connesse per pregiudizialità dipendenza. Ciò avviene ad esempio per connessione oggettiva impropria art,103,2 comma che porta il cumulo soggettivo. Il legislatore nell'art332 si riferiva al caso di un vincolo non forte, che porta la possibilità di decidere non insieme le cause. Sentenza che ha deciso sulle altre cause non impugnate passa in giudicato, come previsto già nel primo grado con la separazione. L'art336 é frutto di un'evoluzione normativa che parte dalla novella del 50. il primo comma pone meno questioni problematiche e riguarda l'effetto espansivo interno della sentenza. La riforma o cassazione parziale della sentenza ha effetto anche sulle parti dipendenti della sentenza. Questo va coordinato con la disciplina dell'acquiescenza, art.329, che dice che l'impugnazione parziale porta acquiescenza alle parti della sentenza non impugnata. In realtà dal combinato disposto risulta che questa norma riguarda solo parti della sentenza non dipendenti, altrimenti si avrebbe contrasto tra le due norme. Il 336,2comma dice che la riforma o cassazione estendei suoi effetti a provvedimenti e atti dipendenti dalla sentenza riformata o cassata. Questo secondo comma ha subito modificazioni nel tempo. Nel 1950 fu previsto che riforma o cassazione estendessero i propri effetti solo rispetto ai provvedimenti e solo col passaggio in giudicato. L'effetto espansivo esterno si produceva solo col passaggio in giudicato. Nel 1990 si é previsto l'immediata efficacia esecutiva delle sentenze di condanna con l'art.282. Tutte le sentenze di condanna sono immediatamente esecutive dalla loro pubblicazione. Il legislatore é intervenuto anche sul 336 eliminando il riferimento al passaggio in giudicato. Quali sono gli atti e provvedimenti dipendenti? Gli atti possono essere quelli esecutivi posti in essere sulla base di una sentenza. Questo fa pensare che esso si riferisca alla riforma e cassazione di sentenze non definitive su domanda e non su questione. La sentenza non definitiva può decidere una questione (prescrizione, giurisdizione, ecc) oppure può essere sentenza di merito(sentenze parziali, provvisionale, condanna generica, ecc). Che succede se tali sentenze vengono impugnate? Si tratta di sentenze non definitive e il processo non é ancora chiuso. É possibile che una volta impugnata la sentenza non definitiva la riforma o cassazione produca effetti su atti posti in essere sulla base della sentenza non definitiva. Se si ha la riforma o cassazione gli effetti si producono sugli atti posti in essere. Questo vale anche per i provvedimenti: se viene emessa sentenza non definitiva e poi impugnata con mutamento della decisione, determina anche nei confronti dei provvedimenti ad essa dipendenti degli effetti. Gli effetti della riforma o cassazione si producono non dal passaggio in giudicato dalla sentenza che riforma o cassa ma immediatamente. Art129bis disp.att. Fa riferimento al caso in cui la sentenza d'appello di riforma giunga quando ancora non si é chiuso il giudizio pendente davanti il giudice di primo grado. In questo caso si ha sospensione del processo in attesa che la cassazione dica l'ultima parola sulla sentenza non definitiva emessa. La seconda ipotesi più problematica é quella in cui la sentenza d'appello che riforma la sentenza non definitiva giunga quando la sentenza di primo grado é già arrivata. In questo caso se la cassazione cassa la sentenza d'appello si ha la reviviscenza della sentenza non definitiva di primo grado. Il soccombente solo virtuale acquista con la perdita del passaggio in giudicato, dovuta all'impugnazione principale, il diritto all'impugnazione in via incidentale. Nell'appello le domande e eccezioni vanno riproposte, altrimenti si intendono rinunciate. Tra art346 e art333 e art334 si pone un problema di definizione di confini. Le letture che si danno tendono a limitare l'applicazione del 346 portandolo a un riferimento sicuro ad eccezioni e domande che si intendono assorbite, sulle quali il giudice non si é pronunciato in quanto ritenute appunto assorbite dalla decisione resa nel merito. Inoltre esso si riferisce solo alle ipotesi in cui chi intende riproporre fosse un soccombente in senso virtuale, nell'ipotesi in cui egli non aveva interesse ad impugnare. Questa disciplina vale per l'appello ma non per il ricorso per cassazione. In quanto nell'ambito di quest'ultimo tanto si ha sindacato su tali parti solo con ricorso incidentali. Ricorso incidentale condizionato, si ritiene condizionato all'accoglimento del ricorso principale. Quando il ricorso incidentale ha ad oggetto pregiudiziali o preliminari é condizionato de iure. Nuove prove in appello se in primo grado si formulano richieste di ammissibilità di prove si ha una cristallizzazione nella sentenza che porta possibilità di doglianza e quindi di impugnazione. Non si tratta dunque di nuove prove in appello, il cui giudice può decidere l'assunzione della prova rifiutata in primo grado. La revocazione é ordinaria o straordinaria, proponibile solo per motivi esposti nell'art395. Si propone allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento. Sono impugnabili sia le sentenze in appello che in unico grado. Le sentenze emesse in primo grado portano all'impugnabilità con l'appello per i motivi previsti dalla revocabilità ordinaria, ossia i vizi già riscontrabili dalla sentenza. Se si hanno vizi per cui si dispone revocabilità straordinaria lo strumento non sarà l'appello se é già decorso il termine per l'appello ma con revocazione. Se i vizi vengono a esistenza mentre tendono i termini per impugnazione con appello il termine é prorogato di 30 giorni dall'avvenimento del fatto stesso per la proponibilità dell'appello. Se il termine per proporre l'appello é spirato é possibile solo revocazione straordinaria. La revocazione é un mezzo a critica vincolata, proponibile solo per determinati motivi. É possibile che una sentenza d'appello porti vizi che legittimano il ricorso per cassazione e che legittimano la proposizione della revocazione, in quanto si tratta di vizi diversi. In questo caso la sentenza é impugnabile con due strumenti: l'art398 dice che se si propone revocazione la proposizione non sospende il termine per proporre ricorso per cassazione e di regola, se il ricorso per cassazione pende, la proposizione di revocazione non sospende il procedimento di ricorso. É possibile la coesistenza dei due mezzi ognuno davanti il rispettivo giudice. Il problema é che si possono proporre conseguenze tra le due proposizioni. Il secondo periodo del 398,4comma da al giudice del merito il potere di sospendere o il termine per proporre ricorso per cassazione o il procedimento per cassazione fino a che non sia decisa la revocazione. Principi: l'ammissibilità del concorso dei mezzi; se proposti entrambi la parte può chiedere al giudice della revocazione di sospendere il termine per proporre ricorso per cassazione o,se già proposto, il procedimento di ricorso per cassazione, salvo che manifestamente infondata. L'art360 é stato modificato nel 2006 che ha ristretto i motivi per ricorso avverso sentenza che abbia deciso solo su questioni senza definire neanche parzialmente il merito. Si vuole evitare che tali sentenze non definitive siano proposte immediatamente con ricorso per cassazione. Esse sono impugnabili normalmente con la sentenza definitiva. Non sono impugnabili per cassazione da sole immediatamente, potranno esserlo solo insieme alla sentenza che decide tutta la controversia senza bisogno di fare riserva, che vale solo per il giudizio d'appello. Appello con ricorso di motivi nel processo del lavoro la sentenza costituisce titolo esecutivo già con il solo dispositivo. La fase decisoria del processo del lavoro si svolge di regola in forma semplificata con la stesura della sentenza e nelle cause di particolare importanze c'è la possibilità di differire il deposito delle motivazioni. La sentenza di condanna del datore di lavoro é provvisoriamente esecutiva, anche per il solo dispositivo. Se si avvia il solo dispositivo il datore può proporre l'appello con riserva di motivi per sospendere l'esecuzione. Egli deposita la memoria integrativa entro 30 giorni dal deposito delle motivazioni del procedimento di primo grado. La disciplina del filtro in cassazione é stata introdotta nel 2009 con il 360bis, per cui i provvedimenti che entrano in cassazione subiscono un filtro di inammissibilità. Il fine é quello di limitare i procedimenti che possano arrivare al giudizio di cassazione. La stessa ne ha dato una interpretazione estensiva, prevedendolo anche per i provvedimenti di competenza e giurisdizione e estendendolo anche a ipotesi di improcedibilità oltre che di improcedibilità. Art.337,2comma Per cause connesse per le quali non si ha simultaneus processus. La sentenza può riguardare un rapporto pregiudiziale o dipendente per cui non ci sia stata connessione. É possibile che una delle due cause arrivi a sentenza: in questo caso alcune delle parti della causa dipendente invochino l'autorità della sentenza dipendente resa in altro processo. Se la sentenza é impugnata, il giudice dell'altra causa può sospendere il processo.

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