La conquista islamica viene ridotta attraverso la riconquista della penisola iberica, mentre ad oriente nel 1453 avviene la conquista di costantinopoli.
La res publica gentium cristianarum è un esempio di teocrazioa che inizia con Gregorio VII il quale stabilisce che il papa ha il potere di deporre l'imperatore. La chiesa altera e superba fonda l'europa unita insieme all'impero.
Non è teocrazia competa in quanto manca la sostituzione con l'imperatore. Si mantengono separati i due soli ma il papato ritiene di avere un'influenza politica sull'imperatore per ragioni giuridiche e religose. Il papa per colpire usa la scomunica, che può essere ritirata. La radice giuridica del potere sarebbe invece in un passo evangelico secondo cui attraverso il sacramento sulla penitenza vi sarebbe il potere di assolvere e condannare le persone.
La dimesione pubblica e privata dell'umperatore si confondono, il papa chiede all'imperatore che egli rimedi alle proprie colpe, altrimenti seguirà la scomunica.
Federico II ottiene varie scomuniche in quanto, dopo aver promesso una crociata, rimane infedele alla promessa e poi, dopo esser partito, torna per una tempesta. Alla fine, conquista gerusalemme attraverso un compromesso coi musulmani che erano rimasti impressionati dal suo esercito, ma il papa lo scomunica di nuovo per non aver combattuto.
Di nuovo quando egli voleva prendere il posto del defunto re delle due sicilie egli vien escomunicato per aver attentato ai diritti della vedova.
La chiesa voleva un re che seguisse i loro dettami, dietro il principio evangelico si celava sempre quello politico.
Federico II allora scrive una lettera ai re nazionali protestando per la situazione nei confronti del papato e sostenendo la derivazione divina del potere imperiale. Filippo II va contro il papa e vince, inaspettatamente per Federico II.
Motivo per affermare il proprio potere secondo il principio evangelico della peniteza, che cela sempre quello politico.
Secondo gelasio due poteri governano il mondo e la chiesa tutela la salute spirituale dell'umpero.
Attraverso Gregorio VII il principio diventa giuridicamente cogente.
La teocrazia porta ad una escalation di legittimazione di potere. Affermazioni che allargavano il potere papale non erano sempre credibili.
Innocenzo II porta al massimo i poteri che della auctoritas pontificia che si estende a tutto, su tutte le cose e le persone. La teocrazia viene portata al suo più grande punto e alla massima superbia.
Per il sacerdozio si imporrebbe l'obbligo di governare spiritualmente e temporalmente, in quanto l'autorità spirituale è piu antica,nobile e estesa di quella civile.
Il sacerdozio precede l'impero, Leone III incorona il re ed è dunque fonte del potere. Innocenzo riesuma tale potere, l'impero è subordinato in quanto il potere è legittimato e delegittimabile dal papa. Il papato assume una posizone intermedia tra dio e l'uomo.
Gregorio IX porta la donazione di costantino, falstià assoluta, secondo cui d'accordo col senato e col popolo costantino decise che il papato aveva un potere mondiale. In tal modo Gregorio aveva messo la teocrazia in mano a costantino, dunque sarebbe stata l'egittimata dall'impero stesso.
Segue poi il declino e la fine della teocrazia. La teocrazia non ha piu ragion d'essere quando ai due poteri di papato e impero si aggiunge il potere nazionale.
Il conflitto tra Bonifacio VIII e Filippo il bello segna la fine della teocrazia. Prima di Bonifacio VIII c'era Celestino V, costretto a dimettersi e fatto santo nel 1313, Bonifacio fu accusato di simonia dai cardinali Colonna. Si formarono lotte tra fazioni e Filippo il bello impose una tassa anche per gli ecclesiastici. Seguì dunque la bolla clerici laicos, che poneva il divieto per i principi di imporre gravami sui beni ecclesiastici. Ordina ai chierici di non pagare le tasse e scomunica chi le impone.
Filippo il bello dichiara che al Re spetta tutto il governo territoriale e che non riconosce alcuna entità superiore e non intende sottoporsi ad alcuno per qunto riguarda il potere temporale.
Bonifacio VIII fa la bolla ausculta filii con cui espone le tesi teocratiche classiche e filippo il bello convoca gli stati generali, compreso il clero, che è costretto a legittimare il suo comportamento.
Nasce da qui l'indipendenza della chiesa francese, detto gallicanesimo, rispetto a quella di roma.
Ulteriore bolla, la unam sanctam, che è documento di massima espressione della teocrazia, secondo cui esistono due spade, entrambe della chiesa una utilizzata direttamente e l'altra in mano al re ma per delega della chiesa. Per la salvezza è necessario essere sottomessi al papa, e non a dio.
Filippo il bello compie l oschiaffo di Anagni, manda un drappello di persone ad anagni e assedia il palazzo pontificio, viene fatto prigioniero il papa, viene liberato e muore.
Il re difrancia chiede un processo post mortem per simonia e colpe contro la francia, chiede di ritirare inoltre l'unam sanctam, con condanna e abolizione dell'ordine dei templari.
Clemente V, a quattro anni dalla morte di Bonifacio, va ad avignone fino al 1377. Filippo il bello ha il papa nelle proprie mani, si consuma la teocrazia e inizia il declino del papato. Protagonisti dell astoria diventano i re nazionali.
sabato 12 marzo 2011
ecclesiastico VII
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